La bellezza è nulla senza scopo
Perchè parlo di consapevolezza dello scopo del video?
Ogni azione di comunicazione video deve avere un suo preciso scopo e deve generare valore nel tempo.
Certo, a questo mondo si possono anche fare video senza un chiaro obiettivo di marketing. Ma stiamo giocando in un campionato diverso. Non si parla di video comunicazione ma solo di video. O di generosi mecenati (che nel caso fossero all’ascolto possono trovare i nostri contatti in calce)
Gli amici videografi del mondo wedding e i loro clienti per esempio pensano ad altre finalità quando immaginano un prodotto video. L’estetica, il ricordo, la soddisfazione di rivedere tutti i partecipanti di un giorno importante.
Se parliamo però di brand, di aziende, di agenzie, di attività di promozione, di content marketing, di eventi o di qualunque altra attività umana, allora sì, le finalità del video devono andare oltre l’estetica.
La strategia video è l’impianto di diversi output pensati per stimolare l’utente a compiere una determinata azione, provare una precisa sensazione, avvertire una qualche affinità elettiva con il brand.
Bella frase, ma non basta. Le finalità dei video oggi sono infinite e più la materia acquista sfaccettature diverse con nuovi social, nuove tecnologie di diffusione, nuovi metodi di ripresa, più i video diventano cangianti.
Infinite possibilità. Infiniti Budget.
Fare video belli non basta. Per chiarirvi meglio il mio pensiero vi mostro due masterpiece diversi, uno finalizzato all’attività di branding e uno creato senza una vera finalità di marketing (se non forse quella di self branding) e chiudo poi con una ciofeca colossale costata oro.
Iniziamo da Kenzo (RIP Master):
Lo conoscete tutti ovviamente e se non lo conoscete #shameonyou
Questo video è bello. E non voglio sentire cazzate sulla soggettività del giudizio, sulla lunghezza eccessiva, sul degustibus. No. Se non vi piace questo video c’è un problema.
Detto ciò.
Questo video non è solo bello, ma utile, perché comunica il brand, riesce a finire su qualunque media mondiale il giorno dell’uscita (brava agenzia di PR, ma con questo video ci riuscivo anche io con mailchimp) e proietta l’awareness in un substrato molto rarefatto e raggiungibile da pochi, quello dell’eternità. E’ un commercial che perdurerà. Verrà citato ancora moltissimo e per molti anni ancora e la percezione di Kenzo non potrà che beneficiarne.
Con il mezzo video potete stimolare una risposta subitanea nell’utente e farlo per esempio acquistare di getto il vostro nuovo paio di scarpe griffate, ma potete anche lavorare longterm (che è meglio) e costruire, con costanza, una percezione che vi permetterà con il tempo di separare il vile argomento del costo dal reale valore intrinseco dell’oggetto.
Perception is reality.
Passiamo adesso ad uno dei capisaldi di chi fa produzione video in Italia. Era il lontano 2014 quando la piattaforma Vimeo premiava come best choice of the year il video di un allora poco conosciuto Leonardo Dalessandri
Se siete dalla parte di chi produce non vado oltre, anzi forse da questa parte siamo arrivati ad una tale saturazione di video “alla Dalessandri” che riguardare per la centomillesima volta Watchtower of Turkey è uno sforzo troppo grande (ma fa bene fidatevi).
Per tutti quelli dall’altra parte della trincea invece è giusto sapere che l’autore produsse questo video in solitaria durante un suo viaggio in Turchia, riuscendo poi a montarlo con una precisione e con una creatività tecnica che fino a quel momento era sconosciuta ai più.
Questo video non ha uno scopo preciso. Come dicevamo sicuramente ha fatto un ottimo lavoro di self branding per Dalessandri che poi infatti si è messo a lavorare per Coca Cola e altri grandi brand. Magari è anche un ottimo veicolo di pubblicità per la Turchia come destinazione turistica, ma non si possono ravvisare al suo interno i crismi di una pianificazione di marketing.
E’ bellissimo e non ha uno scopo, quindi è arte.
Prima lo scopo e poi la forma
E arriviamo quindi e purtroppo all’ultimo esempio. La schifezzona costosissima firmata nientepopodimeno che da Ridley Scott.
Schifezzona è giudizio mio personale e spero vostro dopo che lo avrete visto, ma se andate su Youtube vedrete campeggiare il numerino 9 seguito da otto zeri alla voce visualizzazioni (ma si sà, le vie dell’advertising sono infinite):
Questo video ha meno di due anni, ne sentite la mancanza? Avvertite il bisogno di rivederlo?
Io no e penso che invece sia proprio quello il goal finale che una grande video campagna dovrebbe realizzare.
Belle immagini, tanti effettoni speciali e poi? Donde esta la creatività? Dov’è il fine?
Io non li ravvedo. Sento invece fortissimo trasparire da ogni immagine il bisogno di farsi belli, di prendere il nome importante, fargli firmare un progettone e poi spararci sopra un bel po’ di budget per patinare il tutto a manetta.
Questa non è creatività e certo non è arte e a guardarlo a distanza di quasi due anni è difficile anche intravedere lo scopo.
Una delle nostre massime in studio è che “la bellezza ha un ROI altissimo”. Cerchiamo sempre di raggiungerla, in ogni progetto, ma ci ricordiamo anche che l’estetica non può nulla senza controllo e che lo scopo supera la forma.
Abbracciate la via della creatività utile amici miei e poi, solo dopo aver delineato bene i contorni della vostra strategia, ricopritela di bellezza.
Ciao
Torno a guardarmi Kenzo per la centomillesima volta