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I nostri buoni propositi per il 2020

La fine dell’anno è sempre un momento stressante da noi in agenzia. Le scadenze di Dicembre sono più opprimenti di quelle degli altri mesi. I clienti sognano le vacanze e tutto va chiuso “assolutamente prima di Natale”.

Non ci sono reali necessità (chi è che comincia una campagna il 28 Dicembre?) ma c’è fortissimo il desiderio di godersi le ferie senza beghe in pending.

Poi si sa, i videomaker (come i grafici) sono una brutta razza, meglio chiedere il video 4,5 giorni prima della reale data di chiusura, così non si rischia di andare lunghi e quindi:

“ce la fai a mandarmi tutto entro il 16?”
“sì, ok, no problem, speravo però più entro il 20”
“facciamo entro il 18 allora”
“ok, il 18 alle 18:00”
“meglio dopo pranzo”
“ok, il 18 alle 18:00”
“ma a che ora pranzi?”
“per consegnarti il video entro il 18 credo pranzerò il 19… ”

È durante questo Vietnam che abbiamo deciso di prenderci del tempo per ragionare su noi stessi e sull’anno appena trascorso. Tutto scorre veloce, avere un giorno per contare fino a 10 senza sentire squillare il telefono ci ha fatto molto bene.

All’Account abbiamo dovuto legare le mani al tavolo stile Alfieri per evitargli di rispondere a due chiamate, ma alla fine ce l’abbiamo fatta.

Abbiamo pensato così di mettere su carta alcuni dei valori che ci guidano. Senza volare troppo alti, niente copy motivazionali o frasi da calendario, ma invece linee guida e consigli utili per la vita di tutti i giorni in un agenzia di produzione video.
(update: me li sono riletti, mi sono usciti un po’ sentimentali, forse un calendario Riprese Firenze non è una brutta idea)

Da questo breve eremitaggio casalingo sono venute fuori 4 tavole che spero possano servire anche a chi come noi fa questo lavoro ma non è ancora riuscito a trovare un momento libero per fermarsi.

Abbiamo pensato di iniziare con un consiglio di buon senso. Qualcosa che spesso, nei periodi in cui le produzioni si accavallano, facciamo finta di scordare. La sveglia di un videomaker in produzione suona prestissimo. Non è una scelta, è semplicemente che il nostro lavoro funziona così.

Come un panettiere non possiamo scegliere quando lavorare (oddio, in realtà noi possiamo, poveri panettieri, noi siamo lì che giochiamo con i lens-flare mentre loro impastano, dovremmo solo stare zitti) la luce migliore per le esterne è lì che ci aspetta e noi non dobbiamo fare altro che farci trovare pronti.

E il bello è che quando superiamo l’agghiacciante momento del freddo e del buio e della voglia di morire sotto una cascata di caffè caldo, proprio in quel momento apriamo davvero gli occhi e ci accorgiamo che tutto intorno a noi chiede di essere ripreso. Il lavoro diventa più facile, tutto è più bello con la luce calda e obliqua del mattino, persino i nostri grugni cisposi.

Quindi, promessa per il 2020: produzione video in esterna, sveglia sempre prima dell’alba!

Il video è innocente.
Non ha colpe lui se il meteo quel giorno faceva schifo.
Non ha colpe lui se l’attore quel giorno fa schifo.
Non ha colpa lui se noi quel giorno facciamo schifo.

Non ha colpa lui nemmeno se fanno schifo i suoi genitori. I clienti, i committenti, i direttori marketing con cui parliamo e che, a volte, hanno idee bislacche che fanno male al video.
Povero lui. Lui non ha colpe e noi dobbiamo proteggerlo da tutto questo.

Quando un video è su carta, è appena nato, è protetto. Non può succedergli nulla.
Vive nell’immaginazione di chi lo ha pensato ed è perfetto.

Poi arriva la produzione video e tutto si complica perché la realtà si mette di mezzo con le sue imperfezioni e i suoi cazzi.

E capita così che in quella produzione in cui avevate calcolato 3 giorni di shooting il meteo non sia perfetto. Siamo al mare e le onde ci starebbero da 10, ma invece c’è un piattume stile padania.

Il protagonista è stanco e quella scena che avete provato 11 volte ancora non è venuta perfetta (come quando era su carta)

E il Direttore di Produzione ti sta ricordando che non c’è budget per star qui a cazzeggiare, oggi dobbiamo finire le prime 5 scene, muoversi!

E tu sei stanco.
Perchè è un periodo pieno.
Perchè il Jimbal pesa.
Perchè il DOP ha voluto usare le lenti Cine e adesso pesa ancora di più.
Perchè il nostro è un lavoro fisico e capita di essere stanchi.
Perchè sai che potrebbe venire meglio ma “in fondo gli andrà benissimo anche così”
Tutti vi guardate e annuite.

E avete ragione. Badate bene. Il livello è già alto, probabilmente l’imperfezione è visibile solo ai vostri occhi e il cliente che ne sa, quella scena va benissimo così, davvero, va benissimo, gli piacerà.

Ma nessuno sta pensando al video…
Il video che colpe ha?
Sulla carta era perfetto e ora?

Una volta un collega famoso mi ha detto “se dopo che l’abbiamo prodotto il video è almeno al 50% simile a come lo avevamo scritto è un’ottima giornata”

Sono d’accordo con lui. Il passaggio da carta a video è quasi sempre così. La realtà ci si mette di mezzo. Ma noi dobbiamo lottare perchè le nostre colpe non ricadano sul video.

Quindi, promessa per il 2020: se potrebbe venire meglio, facciamolo venire meglio, zittiamo la cassa e pensiamo al video, convinciamo il cliente che quella non è la scelta migliore, investiamo tempo e fatica per proteggere il video, puntiamo alla perfezione.

Lui è innocente e non ha colpe.

Se state facendo un’escursione in gruppo e c’è qualcuno che si attarda per vedere cosa c’è dietro un’altura o dentro una grotta, molto probabilmente state scalando con un videomaker o un fotografo.

Il bisogno di vedere cose nuove è una caratteristica che è già insita in chi fa produzione video. Dobbiamo mantenerla sempre viva, in ogni produzione video, anche se questo rallenta (un pochino) il programma della giornata.

Essere curiosi vuol dire provare inquadrature diverse, ma vuol dire anche studiare quella nuova tecnica di ripresa video. Il tema del provare, testare se vogliamo fare i fighi, ci riporta alle basi del Design Thinking.

Prima abbiamo detto che dobbiamo proteggere il video su carta, ma questo non vuol dire che che durante le fasi di produzione non si possa aggiungere o migliorare qualcosa. E lo sappiamo tutti, perchè a tutti è successo, sul set la carica creativa è spesso altissima e a molti di noi capita di vedere una diversa possibilità di ripresa o di interpretazione o di outfit che in pre-produzione non era stata nemmeno immaginata.

E qualche volta questa soluzione accontenta tutti, anzi quello sul set è un momento di grande comunione in cui tutti sentono che la scena adesso “gira meglio”.

Condividere conoscenze, spingersi a vicenda a migliorare, aiutarsi nei momenti di down.
Siamo tutti partiti con un PC acceso nel buio della notte in una stanza di un appartamento (i malvagi con un Mac).

Tutti abbiamo vissuto la pesantezza di correre da soli. In un mondo poi come quello delle produzioni video di oggi, in cui una nuova tecnica di Gennaio è vetusta a Maggio, in cui escono di continuo reference strafighe che per fare bene il tuo lavoro dovresti guardare, analizzare, capire, sperimentare.

Il concetto di squadra per una crew di uno studio di video produzione è un concetto molto materiale, per nulla fuffoso. Squadra vuol dire divisione dei ruoli, certo, vuol dire avere DOP e Registi che fanno una cosa e Direttori di produzione che ne fanno un’altra, ma questa è una diretta conseguenza della crescita aziendale, non è il vero concetto di squadra che i membri di una troupe respirano nelle fasi di pre-produzione e sul set in una mattina di Dicembre alle 06:45 di mattina mentre aspettano che la luce bagni quel ramo carico di rugiada.

La squadra per noi è l’aiuto che ci diamo tutti per puntare alla crescita continua. Se vi sembra fuffa, provate. Poi mi saprete dire.

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