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Ecco perché i video, quelli fatti bene, costano.

Non voglio insegnarvi a fare il mio mestiere. E comunque non penso che leggendo questo articolo vi verrà la voglia di farlo. Penso, però, che diffondere una maggiore consapevolezza sulle dinamiche di produzione video possa aiutare le aziende e i brand a capire meglio cosa chiedere e come chiederlo.

Quindi…

Come facciamo a costruire da zero una proposta di budget video?
Quali sono i centri di costo principali?
Cosa sposta veramente l’asticella?

Iniziamo dalle cose più tangibili. Quanto tempo ci metto per produrre il video, nella sua versione definitiva. La subordinata qui è più importante della principale. Quando vedete un video finito non avete modo di sapere cosa si nasconde dietro quei 60 secondi di immagini e musica.

Se poteste per magia aprire uno scorcio spazio-temporale sul making-of di ogni commercial e corporate che vedete sono sicuro che rimarreste sorpresi nello scoprire quanto sangue separa la versione DEF dalla sua sorella piccola, la primogenita, quella versione che conta il numero 1, mentre quella subito prima della DEF si chiama 28.

Partiamo dall’inizio. La preproduzione.

Quanto tempo uomo (nel nostro caso donna, grande Fulvia) ci vuole per mettere su quel circo itinerante che comprende in ordine sparso (quasi sempre) i seguenti step:

  • Scouting location
  • Casting attori
  • Creazione troupe
  • Contatto figure esterne varie tra cui Scenografia, MUA, Stylist…
  • Gestione attrezzature e calendario riprese (ricordatevi sempre che nessuno mai fa un solo video alla volta, nel nostro caso, perfortuna butta bene, mai meno di tre)
  • Ascolto delle richieste del DOP
  • Ascolto delle richieste del Regista
  • Stesura del piano di produzione
  • Ristesura del piano di produzione dopo bizza del Regista
  • Telefonata tragica con l’account che riporta richiesta folle del cliente
  • Stesura di nuovo piano di produzione
  • Bere caffè
  • Accontentare DOP che vuole portare più luci
  • Bere camomilla per calmarsi
  • Accontentare Regista che vuole pranzare in ristorante figo
  • Ricevere approvazione dal cliente per tutto quanto di cui sopra
  • Cambiare ristorante

Questa fase è una delle più delicate e sicuramente quella che prende più tempo.

Diciamo che la Creatività proposta al cliente (ci arriviamo in fondo non temete) prevede la produzione di un video in ambient marketing, quindi scenografie importanti, permessi da richiedere, casting complicati alla ricerca di figuranti svegli, scouting location interminabili, creazione di troupe numerose. Tutto questo come intuite è tempo lavoro/persona (ma nel caso di un video in ambient, si parla di team di lavoro) molto ampio.

Per altri format meno complessi cambia tutto, ma rimaniamo su questo esempio, che nel nostro caso è uno dei più onerosi, così vi fate meglio un’idea.

Anzi per darvi ancora più una mano vi metto direttamente un esempio di Video Ambient Marketing dell’anno appena passato:

Tra l’altro video premiato ai Promax Global Excellence Awards 2019 di Los Angeles. Non si frigge mica con l’acqua…

Da adesso parleremo proprio di questo, così avete un esempio tangibile su cui raffrontare i costi.

Bene, diciamo che la fase di preproduzione è finita, ha impegnato 2 persone per circa 20 giorni.

Adesso c’è quel piccolo ostacolo chiamato produzione.

Intanto rispondiamo ad una domanda, dove?

Non sapendo ancora teletrasportarci (ma ci arriveremo) quando siamo in troupe dobbiamo spostarci con i mezzi dei comuni mortali sul luogo delle riprese. Noi siamo basati a Firenze (come avrà intuito dal nome chi non ci conosce) e quindi da qui partono tutte le nostre avventure.

E’ ovvio quindi che, seppure non certo il centro di costo più oneroso, le spese di spostamento, vitto e alloggio, soprattutto quando la troupe è corposa, hanno un loro peso nella stesura del budget.

Considerate poi, ma questa è solo una nota interna, che i pranzi e le cene dello Studio sono particolarmente sfidanti per chiunque non sia abituato a imburrare la pancetta a colazione e non abbia mai tentato poi di impancettare la salsiccia (pivelli).

In questo caso ci dobbiamo tutti spostare a Milano.

No problemo abbiamo l’abbonamento Italo Impresa, così possiamo viaggiare in prima sentendoci signori ma pagando come il popolo.

riprese video treno

Alloggiamo in un gradevole Airbnb a due passi dalla Stazione, camere color fantasia e un all-you-can-eat di sushi appena girato l’angolo. Perfetto.

Adesso passiamo al costo vero e proprio della troupe.

Qui c’è un grande distinguo.

Noi in studio per filosofia aziendale nasciamo tutti videomaker, questo ci permette di creare troupe che contino al loro interno sempre almeno 4 soggetti interni. Questo fa risparmiare noi in primis e i clienti in seconda battuta.

Diciamo però che per l’esempio di video che abbiamo scelto la troupe non possa esaurirsi solo con figure interne. In troupe per questo video siamo in 11 (se vi sembrano tanti non conoscete bene il significato della parola Miracolo).

Un giorno di prove + un giorno di produzione. Bene. Poi.

Capitolo attrezzatura.

Lo Studio ha tutto quello che serve per realizzare il 99% dei video che proponiamo, ma visto che come detto sopra ci sono infinite possibilità creative, il nostro magazzino non riesce a contenere infinite attrezzature e quindi spesso dobbiamo fare un salto da qualche amico rental service per fare un carico di luci supplementari o per prendere per qualche giorno un particolare set di ottiche.

In questo caso serviva qualche camera in più per coprire tutti i punti macchina che volevamo ottenere (tantissimi).

Vai. Poi…

Figuranti.

Dopo il casting vis a vis che ci ha preso due giorni, scegliamo i volti che ci sembrano adatti e ingaggiamo 60 soggetti.

Nota sul cast: se pensate che stia proponendo un caso limite vi dico però che in questo video non ci sono attori nè modelli. Per darvi un parametro di comparazione ogni modello/attore (che possa davvero permettersi di vantare questo appellativo) ci costa come 10 figuranti. Capite quindi che il caso non è così limite.

Una volta sul set poi il nostro piccolo esercito di 60 sarà ritoccato da Stylist e Make Up Artist.

Scenografia.

Noleggio e customizzazione del totem + noleggio dello schermo + trasporto e montaggio.
In questo caso c’è una chicca: i video scovati nell’immenso archivio della Fondazione Ferrovie dello Stato e poi, da noi, rimontati a modo per offrirli ai nostri ignari fortunati protagonisti (diciamo 6 giorni di montaggio, ma v’ho voluto bene)

Ci siamo, siamo pronti. Giriamo.
Fatto.

(Mio dio sarebbe bellissimo fosse davvero così veloce)

Adesso inizia l’editing e la post.

Altri 15gg lavoro considerando che tra l’invio del primo export e la versione DEF sono nate e poi sono state scartate almeno 5 versioni.
Ci siamo.
Finished.

Fin qui vi ho presentato solo i costi vivi, reali, tangibili. Ma c’è un costo, anzi un valore, di cui non abbiamo ancora parlato che è (o dovrebbe essere) quello di più peso in questa storia.

Il costo Creatività.

L’idea che fa girare il video, quella da cui tutto parte. Qui non è (solo) questione di tempo uomo, o tempo Team. Noi per esempio in Studio affrontiamo tutte le Creatività importanti in gruppo. Tutto lo Studio al completo in sala riunioni, con abbondante accompagnamento di zuccheri.

A volte basta una giornata per far nascere l’embrione giusto su cui rilavorare a distanza di qualche giorno, a volta ci vuole di più. A volte ci aiutano i trucchi con le carte da tessitore di Storie di Matteo Gazzarri, a volte bastano mille e duecento Post-it. Fatto sta che poi quell’idea esce dallo Studio, viaggia fino al cliente e viene approvata.

A volte in realtà va così:

Quell’idea è uno dei motivi per cui il video e la strategia che c’è dietro quel singolo output riescono.

A quell’idea noi diamo molto valore, soprattutto perché nasce con la consapevolezza che il nostro prodotto dovrà innestarsi perfettamente in una strategia composita che conterà anche ADV, Copy, Digital PR e tutto quello che gira intorno ad una campagna di comunicazione video fatta bene.

Non deve essere (solo) un bel video, o piacere a noi o al cliente. Deve essere armonico con l’impalcatura che stanno costruendo gli altri professionisti del digital, per il raggiungimento dell’obiettivo di marketing.

Ok, tutto molto bello. Quindi, quanto costa il cammello?

Il video che vi ho linkato ad inizio articolo ha un budget di produzione compreso tra i 30k e i 40k. Perchè compreso? Perchè non ci dai la cifra esatta? Bimbi, va bene il content marketing, ma fatevi andare bene il delta.

Ora la questione non è quanto costano i nostri video o perché.

I video – come spero ormai vi apparirà chiaro – possono essere pensati, preparati e prodotti in mille modi e il loro risultato visivo finale risponderà comunque ad una somma infinita di fattori.

Lo stesso video si può fare con budget diametralmente diversi? No!

Ecco, io spero che questo articolo possa aiutare le aziende a evitare una frase molto frequente nei brief:
“L’idea ci piace un sacchissimo, è perfetta per noi. Il budget però è altino, si può fare comunque con metà?”

Direttore Marketing avvisato mezzo salvato.

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