Hyundai e il caso della barbabietola
Al Super Bowl Hyundai inciampa su una barbabietola e scatena la rabbia del popolo Veg.
Cosa c’è di peggio che produrre un video commercial bello, con una gag divertente, che comunica in maniera brillante il tuo messaggio, ma che scatena la rabbia di una bella fetta del tuo pubblico che si sente deriso e discriminato?
Forse non molte cose nel campo dell’ advertising.
Hyundai è riuscita a fare tutto questo nel suo spot per l’ultimo SuperBowl.
Anche le super produzioni video corrono rischi
Tutti gli appassionati di pubblicità aspettano la notte del BigGame per vedere che cosa verrà presentato e rispondere a questa domanda:
“Dato un bel budget si ottiene sempre un bel video?” la risposta è, spesso, NO
Il Super Bowl è un evento seguito ogni anno da più di 100 mln di spettatori, i grandi brand si buttano a capofitto per accaparrarsi gli spazi pubblicitari, al costo di circa 5mln di dollari per 30 secondi.
Con questi numeri l’investimento creativo e produttivo per i video schizza alle stelle eppure ogni edizione è piena di video così così, brutti, fuori target, dal messaggio incomprensibile, che vogliono essere divertenti ma non lo sono.
Non ci credete?
Volete vederne un esempio?
Eccovi lo spot di Avocados from Mexico
https://www.youtube.com/watch?time_continue=2&v=qUuFfR6-cxM
“Nice try, but missed goal”
E adesso veniamo a Hyundai con il suo commercial sulla Shopper Assurance.
Un video veramente ben fatto, girato bene, pensato bene, scritto bene, ma qualcuno di è dimenticato di ricontrollare lo script o si è fatto prendere la mano al grido di “stiamo facendo una figata colossale”.
Si, a volte capita anche nelle migliori agenzie.
https://www.youtube.com/watch?v=B5FzKB5TW0Y
Lo spot “The Elevetor” di Hyundai è l’ironico racconto del viaggio di una coppia che deve andare ad acquistare un auto. Entra in un ascensore pieno di gente ed è accolta dal sorridente fattorino Jason Bateman (da Oscar).
Le fermate sono un decalogo di nuovi gironi infernali, estrazioni dentali, il posto di mezzo in un aereo, il discorsetto del genitori sulla sessualità e dulcis in fundo l’acquisto di una nuova vettura, con scenetta da film su piazzale semideserto, cartacce che si muovono al vento e venditore solitario e triste con le mani in tasca.
Una bomba di problema brillantemente disinnescata dalla coppia protagonista che fa vedere a sullo smartphone la Shopper Assurance Hyundai.
Tutto bello vero?
No.
Tra i gironi ne ho volutamente dimenticato uno, i creativi hanno inserito anche il “Vegan dinner party”.
Alla malcapitata coppia che esce dall’ascensore viene offerto un timballo di barbabietola, la reazione?
Conati di vomito trattenuti e sorrisetti imbarazzati.
Ora a una prima visione di chi ha un’alimentazione onnivora questa cosa non è nè più nè meno divertente delle altre, ma il discorso cambia se la vostra alimentazione è vegetariana o vegana.
Vi sentite chiamati in causa e presi in giro.
Il popolo Veg si è arrabbiato e non poco inondando i social con tweet e post di protesta, quotidiani e testate specialistiche ci si sono buttati a pesce inorriditi dalla mancanza di sensibilità del brand.
Il colpaccio è arrivato da Peta (people for the ethical treatment of animals) che su Twitter consigliava i suoi follower così “Invece di acquistare un’auto da persone con idee obsolete, suggeriamo una Smartcar vegan di Mercedes”.
Non è proprio un touchdown in fatto di marketing.
La storia continua con le scuse impacciate del brand che dice che il cibo vegano è cool, così come lo è sicuramente il timballo di barbabietole dello spot; però Hyundai non ritira il video che comunque piace e fa ridere il pubblico e su youtube ha passato le 30 milioni di visualizzazioni.
Un pasticciaccio brutto brutto.
Morale della favola?
Consigli per fare bene un commercial video
Ogni video è prima di tutto una storia fatta per un pubblico.
Nel processo creativo va bene scatenare la fantasia ma poi pensare a chi sto parlando e che storia sto raccontando è fondamentale. Bisogna sempre farsi domande.
Questo video offenderà qualcuno?
E’ davvero divertente o fa ridere solo me?
Farsi domande nel produrre video (e nella vita) fa sempre bene.
Non farlo può fare molto male anche ai conti del vostro brand.